L’uso dei GIS per indagare la giustizia climatica in ambiente urbano. Scarica liberamente gli articoli

I GIS sono tecnologie che si prestano ad indagare e supportare anche dinamiche e dimensioni sociali, come ad esempio quelle della giustizia climatica. La giustizia climatica è un concetto molto studiato nell’ambito del cambiamento climatico, soprattutto nel rapporto tra il Nord e il Sud globale e nelle respomsabilità di emissioni di CO2. Quando invece questo argomento viene declinato in ambiente urbano assume un valore diverso e soprattutto poco conosciuto. 

Negli ultimi anni infatti molte amministrazioni locali stanno sviluppando piano di adattamento e di mitigazione che mirano a limitare le conseguenze del cambiamento climatico. Tuttavia, in questo contesto, gli interventi e le strategie programmate tendono a non considerare o a esacerbare le vulnerabilità già presenti nel territorio, senza considerare le fasce di popolazione più debole (anziani, bambini, immigrati, persone a basso reddito, ecc..) che avrebbero bisogno di un supporto prioritario, non avendo le risorse fisiche e/o economiche per affrontare gli impatti del cambiamento climatico. 

Il concetto di giustizia climatica urbana, in inglese urban climate justice, si è sviluppato negli ultimi anni proprio per focalizzare l’attenzione su queste fragilità e tentare di intervenire in modo che i nuovi piani e le strategie intraprese dalle amministrazioni locali tengano in considerazione i concetti di equità e giustizia. 

La special issue Climate Justice in Future Cities, pubblicata nella rivista scientifica internazionale Landscape and Urban Planning, ha coinvolto 8 gruppi di ricerca internazionali che, presentando casi studio localizzati in aree urbane sia del nord sia del sud globale, hanno tentato di affrontare le sfide legate al tema del giustizia climatica urbana. Tra le metododologie sviluppate molti studi applicano gli strumenti e le analisi territoriali proprie dei GIS e della mappatura partecipativa

Scarica liberamente gli articoli in open-access qui.

Si veda, ad esempio, l’articolo di Pappalardo et. al., in cui gli autori e le autrici identificano tramite processi GIS-based, le aree da priorizzare nella città di Padova tenendo in considerazione le fasce di popolazione più vulnerabile.
Anche l’articolo di Facchinelli et. al., che, usando come caso studio l’area dell’Amazzonia dell’Ecuador, ha analizzato l’impatto dei siti gas flaring sugli insediamenti presenti nel territorio, creando 3 diversi scenari di rischio in ambiente GIS. Questa ricerca mette inoltre in campo il processo di Extreme Citizen Science portato avanti dalla campagna Apaguen los Mecheros.
Anche nell’articolo di Mohtat e Khirfan, che esplora come la pianificazione delle infrastrutture verdi adottate per contrastare i fenomeni alluvionali, possa riconoscere e integrare le conoscenze esperienziali locali dei gruppi sottorappresentati nella città di Toronto (Canada), adotta metodologie di mappatura partecipativa e di analisi GIS.
L’articolo di Codato et al., localizzato nell’amazzonia ecuadoriana, mediante un’analisi spaziale in ambiente GIS, evidenziando le molteplici ingiustizie per le comunità locali, mira a dimostrare come queste aree siano contemporaneamente periferie dell’estrazione di combustibili fossili e dei benefici nazionali, ma anche coinvolte negli impatti socio-ambientali causati e aumentati dalle attività petrolifere.

Le isole di calore urbane e l’ingiustizia climatica ad essa associata viene inoltre approfondita dell’articolo di Bao-Jie, tramite un’indagine svoltasi nella regione del Delta del fiume Yangtze e nel Circolo economico di Chengdu-Chongqing (Cina).
Un altro esempio di mappatura partecipativa e di coinvolgimento diretto delle fasce più vulnerabili della popolazione sono gli articoli di Amorim-Maia et al., che si concentra in uno dei quartieri più periferici di Barcellona per investigare se i rifugi climatici adottati dall’amministrazione locale, siano riusciti a tenere in considerazione le aree più vulnerabili e meno servite della città, dando voce alle esigenze degli attori locali. 
Anche Nielsen et al., adottano metodologie partecipative, come focus group e interviste, per indagare il fenomeno della giustizia climatica urbana legato al rischio alluvionale in uno dei comuni più benestanti vicino alla città di Copenaghen.

Infine, Bayón e Moreano, si focalizzano sulla regione dell’Amazzonia dell’Ecuador, per sviluppare un dialogo con la teoria della dipendenza latinoamericana come quadro di riferimento per la decolonizzazione degli studi urbani.

In conclusione, la special issue evidenzia come gli approcci interdisciplinari della geografia e della GIScience possano attualmente offrire un promettente quadro olistico e sistemico per analizzare, combinando ricerca qualitativa e quantitativa, le diverse dinamiche degli ecosistemi urbani legate al clima, al fine di valutare scenari resilienti alternativi per facilitare i processi decisionali e la negoziazione dei conflitti tra i vari attori urbani. Il fil rouge che collega questi vari casi di studio situati in diversi contesti geografici e socio-economici, insieme a una prospettiva interdisciplinare, facilita una comprensione completa e profonda di come la giustizia climatica stia plasmando le nostre città.

La maggior parte degli articoli è in open-access ed è quindi possibile scaricarli e condividerli liberamente. Li trovi a questo link.

AutoriTitoloCaso studio
F. Peroni, S. E. PappalardoIntroduction to the SI Climate justice in future cities: Geographical perspectives for inclusive urban resilience and adaptation 
A. B. Nielsen, S. Bonati, N. Blom AndersenDiscover the dynamics: An intersectional analysis of overt and hidden vulnerabilities to flood risk in urban DenmarkCopenhagen (Denmark)
N. Mohtat, L. KhirfanEpistemic justice in flood-adaptive green infrastructure planning: The recognition of local experiential knowledge in Thorncliffe Park, TorontoToronto (Canada)
B. HeCause-related injustice, process-related injustice, effect-related injustice and regional heat action planning priorities: An empirical study in Yangtze River Delta and Chengdu-Chongqing urban agglomerationsYangtze River Delta and Chengdu-Chongqing Economic Circle regions (China)
A. T. Amorim-Maia, I. Anguelovski, J. Connolly, E. ChuSeeking refuge? The potential of urban climate shelters to address intersecting vulnerabilitiesBarcelona (Spain)
S. E. Pappalardo, C. Zanetti, V. TodeschiMapping urban heat islands and heat-related risk during heat waves from a climate justice perspective: A case study in the municipality of Padua (Italy) for inclusive adaptation policiesPadua (Italy)
Codato D., Peroni F., De MarchiThe multiple injustice of fossil fuel territories in the Ecuadorian Amazon: Oil development, urban growth, and climate justice perspectivesAmazon region (Ecuador)
Facchinelli et al.The Apaguen los Mecheros campaign: Supporting climate justice in the Amazonian cities of Ecuador by estimating the health risks of gas flaringAmazon region (Ecuador)
M. Bayón Jiménez, M. Moreano VenegasA climate justice approach to urbanisation processes in the South: oil axis in EcuadorEcuadorian Amazon (Ecuador)
Articoli della Special Issue “Climate justice in future cities: geographical perspectives for inclusive urban resilience and adaptation”, pubblicata nella rivista internazionale Landscape and Urban Planning (guest editors Francesca Peroni and Salvatore E. Pappalardo). 

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